E’ morto Gaetano Anzalone, storico presidente dell’AS Roma negli anni settanta. Aveva 87 anni ed era malato da tempo. Costruttore, membro del consiglio comunale di Roma nella Democrazia Cristiana, prima di acquisire nel 1971 la presidenza della Roma da Alvaro Marchini fu un valido dirigente sportivo nel settore giovanile del club giallorosso. Alla guida della Roma Gaetano Anzalone, pur non raggiungendo significativi risultati sportivi, contribuì fortemente alla sua crescita. Costruì il centro sportivo di Trigoria, un impianto polifunzionale all’avanguardia per i club italiani dell’epoca, implementò ulteriormente il vivaio lanciando giovani del calibro di Francesco Rocca, Bruno Conti ed Agostino Di Bartolomei ed introdusse in Italia il merchandising nel calcio. Nel 1978 fece disegnare da Pietro Gratton il logo della Roma, un “lupetto” stilizzato (vista la difficoltà all’epoca di registrare la Lupa Capitolina, cosa che poi fece molti anni dopo Franco Sensi), che divenne il marchio commerciale di tutti i prodotti della società, dall’abbigliamento sportivo ai gadget, intuendone le potenzialità economiche. Ma la memoria dei tifosi, nel ricordare la figura del presidente Gaetano Anzalone, è soprattutto rivolta alla Roma del terzo posto nel campionato 1974-75. Si veniva dallo scudetto conquistato dai rivali cittadini biancocelesti e pertanto il raggiungimento del podio con alle spalle la Lazio di Maestrelli fu salutato come una vera e propria impresa. Ancora oggi i tifosi meno giovani ricordano a memoria quella formazione che aveva in Pierino Prati l’idolo assoluto che finalmente era stato in grado di contrastare il predominio del“collega” laziale Giorgio Chinaglia. Quella Roma era allenata da Nils Liedholm che qualche anno dopo, richiamato da Viola dopo l’acquisto del club giallorosso, avrebbe contribuito in maniera determinante alla conquista dello scudetto.
Quando sembrò finalmente in grado di portare la sua Roma tra le grandi del campionato, Gaetano Anzalone ebbe la delusione più grande. Nel 1978, sull’onda della commercializzazione del marchio, vennero acquistati Roberto Pruzzo, bomber emergente del Genoa, e Luciano Spinosi, cresciuto nel vivaio e poi venduto da Marchini alla Juventus in una delle operazioni di mercato più contestate dalla tifoseria romanista. Il campionato però prese una piega inattesa e la Roma si ritrovò invischiata nella lotta per non retrocedere, salvandosi proprio grazie ad un goal di Pruzzo contro l’Atalanta. La sospirata salvezza non placò il malcontento della tifoseria e Gaetano Anzalone si convinse a lasciare il testimone all’Ing. Dino Viola. La Roma divenne grande e di questo va anche ringraziato il “presidente gentiluomo” (come molti chiamavano Anzalone), che del club giallorosso rimase per tutta la vita un grande tifoso.