Il regista e produttore Ivan Reitman è morto nel sonno nella sua casa di Montecito in California lo scorso 12 febbraio. Aveva 75 anni.
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Con lui scompare uno dei più geniali protagonisti della commedia nel cinema, autore di film dalla comicità demenziale divenuti dei veri e propri cult: da Animal House, che lanciò l’attore John Belushi, a Polpette, che sancì l’inizio del suo sodalizio con Bill Murray, fino ad arrivare al suo più grande successo, Ghostbusters – Acchiappafantasmi. Quest’ultimo è stato campione d’incassi nel 1984 e candidato a due Premi Oscar. Inizialmente questa commedia paranormale era stata scritta per John Belushi, ma l’improvvisa morte dell’attore a soli 33 anni non permise ai due di tornare a lavorare insieme. In ogni caso il cast riunito per questo film fu straordinario e confermò il talento di attori come Bill Murray, Dan Aykroyd e Sigourney Weaver.
Seguirono altre pellicole di successo di cui Ivan Reitman fu produttore come Beethoven, il cui protagonista è un simpaticissimo cane di San Bernardo, e Space Jam in cui mescola il grande campione di basket Michael Jordan e Bugs Bunny.
Un altro importante sodalizio nella sua carriera è stato quello con Arnold Schwarzenegger, che il regista trasformò in un brillante attore comico nei tre film I Gemelli, insieme a Danny De Vito, Un poliziotto alle elementari e Junior, ancora con Danny De Vito, in cui l’attore di origine austriaca resta incinto a causa dell’assunzione di un farmaco in sperimentazione sulle scimmie.
Ivan Reitman era nato a Komarno, una cittadina in Slovacchia, il 27 ottobre 1946 da una famiglia ebraica che decise di emigrare in Canada nel 1951 per sfuggire al regime comunista instauratosi in quei luoghi nel dopoguerra.
Il figlio Jason, anche lui affermato regista lo ha voluto ricordare con queste toccanti parole: “Ho perso il mio eroe. Tutto quello che voglio è la possibilità di raccontare un’altra storia a mio padre. Veniva da una famiglia di sopravvissuti e ha trasformato la sua eredità in una risata. Grazie per i messaggi. Apprezzate i suoi film e ricordatevi i suoi doni nella narrazione. Niente lo avrebbe reso più felice”.