AMA Funeral Service ricorda il conduttore Larry King

Il celebre conduttore televisivo statunitense Larry King è morto lo scorso 23 gennaio a Los Angeles all’età di 87 anni. La causa del decesso è dovuta a delle complicanze legate al Covid-19. Purtroppo il suo quadro clinico era molto complicato. Soffriva di diabete di tipo 2, aveva avuto diversi attacchi di cuore (conviveva con un quintuplo bypass installato durante un intervento chirurgico nel 1987) ed un tumore ai polmoni. Nel maggio scorso aveva anche superato un ictus.
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Larry King, pseudonimo di Lawrence Harvey Zeiger, era nato a Brooklyn (New York) nel 1933 da genitori ebrei ortodossi. La sua infanzia fu molto difficile: la morte del padre, a soli 44 anni, lasciò la famiglia in condizioni economiche molto complicate tanto da richiedere l’aiuto dei servizi sociali. Nel 1957 iniziò a dare un primo saggio delle sue innate qualità radiofoniche lavorando presso una stazione radio di Miami come disc-jokey. Fu in quel periodo che decise di cambiare il suo cognome in King continuando però ad avere problemi finanziari.
La vera svolta per Larry King arrivò nel 1978 quando gli fu offerta la conduzione di un programma radiofonico notturno. La sua bravura stavolta non passò inosservata e la CNN gli affidò nel 1985 la conduzione di un programma televisivo che poi sarebbe divenuto tra i più popolari negli States: il Larry King Live, andato in onda fino al 2010. Nel corso degli anni intervistò tutti i presidenti statunitensi succedutesi alla Casa Bianca da Nixon in poi e leader mondiali come Arafat e Putin oltre a tantissime celebrità del mondo della musica e dello spettacolo. Tutti amavano farsi intervistare da quel conduttore con la camicia arrotolata alle maniche, le bretelle e la cravatta multicolore.
Nel corso della sua vita, Larry King si è sposato otto volte ed ha avuto cinque figli. Proprio nel 2020 aveva divorziato dalla sua ultima moglie perdendo a luglio il figlio Andy per un improvviso attacco cardiaco e ad agosto la figlia Chaia dopo che le era stato diagnosticato un tumore ai polmoni.
“Tutto sommato, guardando indietro, posso dire di avere avuto una splendida vita“, dichiarava in una delle sue ultime interviste. “Che io ricordi, ho sempre voluto fare questo mestiere…sono fortunato perché posso continuare a fare il lavoro che più amo anche durante la crisi pandemica. E voglio lavorare fino alla fine”. Così è stato.
Durante la cerimonia funebre tutti i familiari lo hanno voluto ricordare indossando le bretelle, accessorio distintivo che era parte integrante della sua immagine pubblica.