La regista italiana Lina Wertmuller è morta nella sua casa romana lo scorso 9 dicembre all’età di 93 anni. Scompare una grande del nostro cinema, premio Oscar alla carriera nel 2019-2020. Per definire al meglio il suo modo di fare cinema è opportuno ricordare la motivazione per cui le fu assegnato questo premio: “per il suo provocatorio scardinare con coraggio le regole politiche e sociali attraverso la sua arma preferita: la cinepresa”.
Lina Wertmuller era nata a Roma il 14 agosto 1928. Di nobile discendenza da parte di padre (un avvocato di origine svizzera), si dimostrò sin da giovane molto attratta dal mondo dello spettacolo, tanto da iscriversi a soli 17 anni all’accademia teatrale diretta da Pietro Sharoff. Successivamente fu animatrice e regista di spettacoli del teatro dei burattini di Maria Signorelli. Queste esperienze nel mondo del teatro furono per lei di grande insegnamento per il proseguo della carriera. Cominciò a lavorare non solo per il teatro ma anche per la radio e la televisione. Fu lei l’autrice e regista della prima edizione di Canzonissima e del popolare sceneggiato Il giornalino di Gian Burrasca interpretato da Rita Pavone.
L’esordio al cinema di Lina Wertmuller fu come segretaria di edizione e successivamente come aiuto regista del grande Federico Fellini nei celebri film La dolce vita e 8 e mezzo.
Il suo primo film diretto fu nel 1963 con I Basilischi, mentre il grande successo arrivò alcuni anni dopo con Mimì metallurgico ferito nell’onore, Travolti da un insolito destino nell’azzurro del mare di agosto e Pasqualino Settebellezze, film che ebbe grande seguito anche negli Stati Uniti meritandosi la candidatura a ben tre Premi Oscar nella cerimonia del 1977, senza tuttavia venir eletto vincitore. In quell’occasione Lina Wertmuller fu la prima donna regista a conseguire la nomination per la celebre statuetta.
I suoi film si distinguevano già per i loro lunghi titoli oltre che per l’ironia con cui la regista spiegava le contraddizioni e le ipocrisie della nostra società.
Lina Wertmuller era vedova dal 2008 a causa della perdita di suo marito, lo scenografo Enrico Job. Maria Zulima, la figlia nata da una precedente relazione del marito, fu da lei accolta: “Maria è la figlia di Job e quindi è mia figlia. E’ nata dal nostro amore”. Così aveva dichiarato la regista.
I funerali si sono svolti sabato 11 dicembre a Roma presso la Chiesa degli artisti a Piazza del Popolo.
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