AMA Funeral Service ricorda l’avvocato Luciano Nizzola

Luciano NizzolaL’avvocato Luciano Nizzola è morto a Torino all’età di 89 anni dopo una lunga malattia. Scompare un importante dirigente del calcio italiano. 
Noto avvocato civilista, ricoprì l’incarico di amministratore delegato del Torino tra il 1982 ed il 1987. Dal 1987 divenne presidente della Lega Calcio, dopo esserne già stato vicepresidente, mantenendo l’incarico fino al 1996. Erano anni fondamentali per il nostro calcio, molte squadre italiane vincevano nelle coppe europee e la Serie A era diventata una grande vetrina per tutti i migliori calciatori del panorama mondiale.
Erano anche gli anni di un cambiamento epocale nel nostro calcio con l’ingresso delle pay-tv nel mercato dei diritti televisivi. Luciano Nizzola gestì al meglio i cambiamenti con le sue doti di diplomazia che tutti gli riconoscevano. Non mancarono però le polemiche. Alcune squadre emergenti come Parma, Fiorentina, Lazio e Roma gli imputarono di essere troppo vicino ai poteri forti rappresentati soprattutto dalla Juventus e dal Milan.
Terminato l’incarico come presidente della Lega Calcio nel 1996, fu eletto nello stesso anno come presidente della Federcalcio. In quattro anni il movimento italiano ha combattuto contro le grandi nazionali europee ad armi pari. La nazionale azzurra nella coppa del mondo del 1998 perse soltanto ai rigori contro la Francia, padrona di casa, che avrebbe poi vinto la competizione, mentre negli europei del 2000 il cammino si fermò soltanto in finale, sconfitti sempre dai transalpini con un rocambolesco 2-1.
In tanti hanno voluto ricordare Luciano Nizzola. In special modo tantissimi sono i messaggi pervenuti da Torino, città al quale era legatissimo, e dal mondo granata, squadra di cui era tifoso. Ezio Rossi è uno di quei ragazzi del Filadelfia che Nizzola ha visto crescere e di cui ha assistito il debutto in serie A: «Un uomo dalla classe eccezionale – ricorda il centrocampista granata che è stato anche allenatore del Toro – e dalla compostezza che oggi nel calcio moderno non esiste quasi più. Ricordo la sua pacatezza e il suo equilibrio, dote fondamentale in un dirigente di calcio. E poi un tifoso del Toro vero, aveva a cuore noi ragazzi e aveva a cuore qual Toro, forse l’ultimo vero Toro che i tifosi hanno visto».
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