Ama Funeral service – Morto lo scrittore israeliano Amos Oz

Amos Oz
Amos Oz, uno degli scrittori israeliani più famosi e tradotti in tutto il mondo, è morto lo scorso 28 dicembre all’età di 79 anni a causa di un tumore. “Il mio amato padre è spirato a causa di un tumore, poco fa, dopo un rapido deterioramento, nel sonno ed in pace, circondato dalle persone che lo amavano”, ha scritto su Twitter sua figlia Fania.
Amos Oz nacque a Gerusalemme nel 1939 ed iniziò a pubblicare sin da giovane negli anni sessanta: da allora ha scritto ben 18 libri in ebraico, tradotti in 47 paesi. Il suo vero nome era Amos Klausner ed era figlio di immigrati sionisti dell’Euorpa orientale. In uno dei suoi libri più famosi Una storia di amore e di tenebra (2002), lo scrittore racconta proprio la storia della sua famiglia oltre alle vicende storiche della nascita dello Stato di Israele. Un fatto importante della sua infanzia e della sua vita fu senza dubbio il tragico suicidio di sua madre Fania, quando lui aveva solo 12 anni, ed il rapporto conflittuale con suo padre, un intelletuale della destra ebraica. Questo conflitto lo portò ad entrare nel kibbutz Hulda e a cambiare il suo cognome da Klausner ad Oz che in ebraico significa “forza”. Amos Oz aderì successivamente al Partito Laburista e fu uno dei primi a sostenere la soluzione dei due stati nel conflitto israelo-palestinese. Pur mantenendo posizioni notoriamente conciliatorie e pacifiste combattè sempre le posizioni antisioniste e sostenne gli Accordi di Oslo e le trattative con l’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) che miravano a superare il conflitto arabo-israeliano. Negli anni novanta Amos Oz uscì dal Partito Laburista per aderire al Partito Meretz, una forza politica della sinistra sionista laica, nel quale era in ottimi rapporti con il leader Shulamit Aloni.
Con Amos Oz ci lascia uno dei più grandi intelletuali e scittori di Israele, come ha voluto ricordare il Capo dello Stato israeliano Reuven Rivlin: “Una storia di amore e di luce, adesso grandi tenebre. Una immensa tristezza cala su di noi con l’inizio del riposo sabbatico. Un gigante della scrittura. Splendore fra i nostri autori. Un gigante dello spirito”.