AMA Funeral Service ricorda il regista e giornalista Claude Lanzmann

Claude Lanzmann
E’morto a Parigi il 5 Luglio scorso il giornalista, regista e sceneggiatore francese Claude Lanzmann all’età di 92 anni. Il suo nome è profondamente legato alla sua monumentale opera cinematografica Shoah, per la quale fu impegnato per ben 11 anni.
Il grande interesse per la questione ebraica proviene indubbiamente dalle sue origini. Claude Lanzmann infatti nacque da genitori ebrei arrivati in Francia dalla Bielorussia. Sin da giovanissimo aderì alla Resistenza opponendosi all’occupazione nazista e per questo motivo fu nominato cavaliere della Legion d’onore e commendatore dell’Ordine nazionale del Merito. Divenne insegnate all’Università di Berlino durante il blocco e nel 1952 conobbe Jean-Paul Sartre, con il quale instaurò una profonda amicizia e una lunghissima collaborazione con la rivista Les Temps Modernes (Tempi Moderni), della quale divenne il direttore. In essa apparve chiaro il suo impegno anticolonialista per l’indipendenza dell’Algeria dalla Francia e la sua fedeltà allo stato d’Israele, dove si recò per la prima volta nel 1952. Queste due posizioni, per molti contraddittorie, sembravano convivere tranquillamente nel pensiero di Claude Lanzmann: significativo in questo senso il numero speciale di Les Temps Modernes, da oltre mille pagine, in cui per la prima volta arabi ed israeliani insieme esponevano le ragioni del loro conflitto.
Come detto la sua principale opera è stata Soah. Il film-fiume dalla durata complessiva di nove ore e mezza racconta lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti attraverso interviste ai sopravvissuti, ex SS e gente del luogo. Sin dalla sua uscita nelle sale cinematografiche il film fu oggetto di recensioni, studi e seminari in tutto il mondo fino a diventare un punto di riferimento storico e cinematografico. Esso è parte, insieme al film-documentario Pourquoi Israel e  Tsahal, di una trilogia ben presente nella mente di Lanzmann sin dall’inizio.
Nel 2013 diede vita al documentario L’ultimo degli ingiusti, ispirato alla lunga intervista del 1975 al rabbino di Vienna Benjamin Murmelstein, unico decano dei ghetti europei ad essere sopravvissuto all’Olocausto. Il documentario è incentrato tutto sulla sua figura. Murmelstein collaborò con i nazisti senza potersi rifiutare nel campo di concentramento di Theresienstadt, ma cercò di rallentare la macchina dello sterminio con una particolare abilità nel temporeggiare aspettando la sconfitta della Germania. Dopo essere stato processato e assolto dai cecoslovacchi per collaborazionismo, si trasferì a Roma dove incontrò l’ostilità della comunità ebraica locale. Il grande merito di Claude Lanzmann è stato quello di riabilitare un uomo che ha cercato di salvare il maggior numero di vite possibile del suo popolo.