Il politico italiano Gianni De Michelis è morto lo scorso 11 maggio all’età di 78 anni. Era ricoverato da alcuni giorni all’ospedale di Venezia a seguito del peggioramento delle condizioni generali di salute.
Gianni De Michelis è stato uno dei politici più importanti in Italia soprattutto negli anni ottanta e novanta, fino alle inchieste di Tangentopoli ed il crollo della Prima Repubblica. Ha legato il suo nome a quello di Bettino Craxi, ricoprendo al suo fianco importantissimi incarichi di gioverno. Dopo aver avuto simpatie giovanili monarchiche, missine e radicali, iniziò la sua carriera politica negli anni sessanta aderendo al Partito Socialista Italiano nella corrente di sinistra con a capo Riccardo Lombardi. Nel 1976 Gianni De Michelis appoggiò l’elezione alla segreteria del PSI di Bettino Craxi e nel corso degli anni divenne uno dei più importanti dirigenti del partito. In quegli anni i socialisti furono la forza politica centrale del paese, sia a livello nazionale che nelle giunte delle principali città italiane. Nel 1983 Bettino Craxi fu il primo socialista a diventare presidente del consiglio e Gianni De Michelis fu uno dei suoi più stretti collaboratori divenendo presidente dell’esecutivo. Ricoprì il ruolo di ministro del lavoro e della previdenza sociale fronteggiando con successo il referendum abrogativo sul taglio dei punti sulla scala mobile (voluto dal governo), promosso dal PCI e dalla CGIL. Dal 1989 fu Ministro degli affari esteri del governo Andreotti e durante il suo incarico ebbero luogo importanti avvenimenti storici come la caduta del muro di Berlino, la prima guerra del Golfo e la dissoluzione dell’Unione Sovietica. Nel 1992 firmò lo storico Trattato di Maastricht, che fissava le rogele politiche, economiche e sociali per l’ingresso dei vari Stati nell’Unione Europea.
Gianni De Michelis venne travolto, come tutto lo stato maggiore, dalle vicende di Tangentopoli in cui fu assolto nella maggioranza dei casi ma che comunque gli causarono due lievi condanne dopo il patteggiamento.
Nella Seconda Repubblica fondò insieme a Bobo Craxi, figlio di Bettino, il Nuovo PSI che si schierò in aperta polemica con la sinistra italiana e scelse di confluire nella Casa delle Libertà, la coalizione di centrodestra comandata da Silvio Berlusconi. Dalla nascita del partito De Michelis fu segretario nazionale per 6 anni.
Numerosi sono stati i messaggi di cordoglio per la morte di Gianni De Michelis. Tra questi quello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Appassionato esponente della causa socialista, ha segnato con la sua azione una significativa stagione della politica estera del nostro Paese”.