L’attore francese Jean Rochefort è morto a 87 anni a Parigi dopo un lungo ricovero. E’ stato uno degli attori più versatili e prolifici del cinema francese interpretando circa 150 film. Girò pellicole sia drammatiche che brillanti ma fu anche attore di teatro e televisivo.
Nato a Parigi nel 1930, frequentò prima il Centre d’Art Dramatique de la rue Blanche ed in seguito il Conservatoire National Superieur d’Art Drammatique insieme a Jean Paul Belmondo. Dopo il servizio militare iniziò la sua carriera teatrale lavorando con la Compagnie Grenier Hussenot per alcuni anni, mostrando le sue doti e la capacità di spaziare in più ruoli che gli consentirono di esordire nel cinema nei primi tre film della saga “Angelica”, all’epoca molto popolare. La svolta nella carriera di Rochefort avvenne nel 1972 con il film “La Divorziata” in cui interpretò il ruolo di Alexandre Boursault, ex marito di Annie Girardot, e padre della ragazza Claude Jade che prova a riunire i genitori dopo il divorzio. In seguito partecipò a due film diretti da Bertrand Tavernier, entrambi accanto a Phillipe Noiret, “L’Orologiaio di Saint-Paul” (1974) e “Che la festa cominci” (1976) che gli valse il primo premio César, la massima onorificenza del cinema francese, come migliore attore non protagonista. Il secondo César lo vinse invece come migliore attore protagonista nel 1978 con il film “L’uomo del fiume”. Seguirono tantissime ulteriori apparizioni di Rochefort in film, alcuni di successo. Da ricordare “Tandem”, “Pret-àPorter” di Robert Altman, “L’apparenza inganna”, “L’uomo del treno” e “Asterix & Obelix al servizio di Sua Maestà” con Gérard Depardieu e Catherine Deneuve.
Scoprì una grande passione per i cavalli durante il film “Cartouche” (1962), interpretato insieme a Jean Paul Belmondo, tanto da diventare consulente di equitazione per la televisione francese nel 2004. Si sposò 2 volte ed ebbe 5 figli tra cui Pierre divenuto attore e cantante. Nel 2015 la decisione di lasciare il mondo del cinema dopo l’interpretazione del suo ultimo film “Floride” di Philippe Le Guay.