Joe Jackson, padre e manager dei suoi celebri figli, è morto a 89 anni il 27 giugno scorso all’ospedale di Las Vegas, dove era ricoverato a causa di un cancro al pancreas in fase terminale. Consapevole della sua situazione, tre giorni prima della morte, Joe Jackson aveva twittato questo messaggio: “Ho visto più tramonti di quanti me ne restino da vedere. Il sole sorge quando arriva il momento e, che ti piaccia o meno, il sole tramonta quando arriva il momento”. Il suo grande merito artistico è stato quello di aver lanciato al successo musicale i suoi figli (The Jackson Five, The Jacksons, Michael, Janet e La Toya), facendogli ottenere nel corso della carriera condizioni economiche sempre più vantaggiose. Sin dagli anni ’60 si accorse del grande talento di Jackie, Tito e Germanie, che formarono i The Jackson Five insieme agli altri due figli Michael e Marlon. La sua figura è stata però molto controversa: non furono poche le dichiarazioni dei suoi figli per la severità da lui impartita nell’educazione e per la sua rigidità come manager. In particolare suo figlio Michael rivelò tra le lacrime in un’intervista del 2003 che durante le prove suo padre era solito picchiare con una cintura lui e i suoi fratelli ad ogni loro errore. Fu proprio Michael il primo tra i fratelli a licenziare suo padre come manager sostituendolo con John Branca. Probabilmente l’educazione estremamente rigida che Joe Jackson ricevette da suo padre fu una causa di questi fatti. I suoi genitori divorziarono quando ancora era ragazzo e Joe seguì prima suo padre ad East Chicago, per poi trasferirsi con la madre in Indiana. Terminati gli studi divenne un pugile e conobbe Katherine Scruse che sposò pochi mesi dopo. Dalla loro relazione nacquero 10 figli, nonostante un rapporto molto difficile e segnato dai tradimenti. In particolare Joe Jackson ebbe una lunga relazione extraconiugale con Cherryl Terrell dalla quale nacque sua figlia Johvonnie. Il forte senso di appartenenza alla famiglia salvò il matrimonio con Katherine che minacciava spesso il divorzio e permise a suo figlio Michael di perdonarlo pubblicamente nel 2001.
L’ultimo suo progetto fu il Joe Jackson bootcamp che consisteva in una serie di audizioni volte a scegliere il miglior rapper americano e lanciarlo nel mondo della musica tramite concerti, dischi e quant’altro. Nei loro testi i rapper erano scoraggiati dal manager ad utilizzare termini violenti e volgari.