Il cantante britannico Mark Hollis è morto lo scorso 25 febbraio all’età di 64 anni. E’stato il cantante e fondatore della band dei Talk Talk che ebbe un grande successo negli anni ottanta. Martedì pomeriggio la sua ex agente Keith Aspden ha spiegato la sua scomparsa parlando di “una breve malattia da cui non si è ripreso”.
Mark Hollis nacque a Londra nel 1955 e dopo aver fondato un gruppo musicale chiamato Reaction, con cui incise un solo singolo, incontrò nel 1981 il batterista Lee Harris ed il bassista Simon Brenner, formando con loro il nuovo gruppo dei Talk Talk. Inizialmente la musica dei Talk Talk seguì il filone “new romantic” (molto in voga in quegli anni) con l’album d’esordio The party’s over del 1982, ma quella fascinazione durò ben poco. Già dal secondo disco, It’s my life (1984), la band si distaccò da quel genere esplorando sempre più un pop con sonorità molto melanconiche ed introspettive che esaltavano la voce di Mark Hollis. L’album spopolò non solo nel Regno Unito ma anche in Europa e negli Stati Uniti grazie anche ai singoli It’s my life e Such a shame, che divennero due delle canzoni più popolari degli anni ottanta. Ancora oggi queste canzoni mantengono un fascino irresistibile tanto che i No Doubt incisero una fortunatissima cover nel 2003 di It’s my life. Nel 1986 arrivò il loro terzo lavoro, The colour of spring, che non si discostò dal genere del disco precedente ottenendo un ottimo successo con la hit Life what you make it, presentata nello stesso anno anche al Festival di Sanremo. Negli anni avvenire i Talk Talk incisero altri due album esplorando un genere vicino al jazz ed al neo progressive che furono molto apprezzati dalla critica ma ottennero scarso successo commerciale.
Dopo lo scioglimento della band, Mark Hollis incise da solista nel 1998 l’album omonimo Mark Hollis, il suo ultimo lavoro publicato. Da allora si ritirò dalla scena musicale se non per sporadiche apparizioni con altri artisti.
L’ex bassista dei Talk Talk Paul Webb lo ha voluto ricordare con queste parole: “Musicalmente era un genio ed è stato un onore e un privilegio essere stato in una band con lui”.