L’ex pilota di Formula Uno Niki Lauda è morto in una clinica di Zurigo lo scorso 20 maggio all’età di 70 anni. Nell’estate del 2018 era stato ricoverato a Vienna a causa di complicanze dovute ad un’infezione polmonare, subendo un trapianto di polmone e passando quasi un anno di degenza dovuto al difficle intervento prima del decesso. Probabilmente una malattia dovuta alle conseguenze del tragico incidente stradale di cui fu vittima nel 1976 durante il Gran Premio del Nurburgring.
Niki Lauda è stato uno dei piloti più forti ed amati di sempre, tre volte campione del mondo di Formula Uno: nel 1975 e 1977 con la Ferrari e nel 1984 con la McLaren. La sua più grande dote era la freddezza che gli consentiva di gestire al meglio ogni gara, sia in pista che nella strategia, venendo soprannominato Il computer. Ha disputato 171 Gran Premi, vincendone 25 e ottenendo 24 pole position e altrettanti giri veloci.
Niki Lauda nacque a Vienna nel 1949, figlio di una ricca famiglia di banchieri e ben presto abbandonò gli studi per la sua grande passione per i motori. I suoi genitori però non intendevano supportarlo nella scelta in quanto consideravano tale passione non all’altezza del lignaggio della famiglia. Così, dopo aver preso in prestito del denaro da alcune banche del Paese, decise di acquistare la sua prima vettura per partecipare alle competizioni automobilistiche.
Il debutto di Niki Lauda in Formula Uno avvenne nel 1971 al volante della March e nel 1974 approdò in Ferrari insieme a Clay Regazzoni, suo compagno nella stagione precedente alla BRM. Il suo arrivo suscitò numerose polemiche, sia perchè fino a quel momento non aveva ottenuto alcun risultato di rilievo che per l’esclusione di Arturo Merzario con il quale sia accese una grande rivalità. Fu proprio Merzario però che qualche anno dopo, nel 1976, salvò la vita a Niki Lauda, estraendolo dalla monoposto in fiamme dopo lo spaventoso incidente del Nurburgring. Un incidente che gli provocò ustioni su tutto il corpo e numerosi danni per aver inalato i velenosi fumi della benzina che fuoriuscivano dalla vettura in fiamme. Dopo aver lottato tra la vita e la morte, Niki Lauda tornò miracolasamente alle corse solo 42 giorni dopo per cercare di difendere la sua leadership nel mondiale dall’assalto di James Hunt, senza però riuscirci per un solo punto. L’anno successivo si riscattò vincendo il suo secondo titolo mondiale a bordo della Ferrari, lasciando la scuderia di Maranello addirittura prima del termine della stagione, dopo la certezza del titolo irridato. Nel 1979 il pilota austriaco annunciò il ritiro dalle corse, salvo poi tornare e vincere nel 1984 il suo terzo e ultimo mondiale con la McLaren.
Oltre alla grande passione per la Formula Uno, Niki Lauda era un grande appassionato di aviazione. Come imprenditore, fondò e diresse tre compagnie aeree rimanendo però sempre legato al mondo della Formula 1. Nel 2013, in qualità di presidente onorario della Mercedes, fu uno dei fautori dell’arrivo nella squadra anglo-tedesca di Lewis Hamilton, dominatore del mondiale da molti anni.
In questi giorni in molti hanno voluto ricordare Niki Lauda. Tra questi un commosso Luca Cordero di Montezemolo che così ha ricordato il campione austriaco: “Con te ho vissuto alcuni dei momenti più belli della mia vita, abbiamo condiviso tante indimenticabili vittorie della Ferrari e siamo sempre stati uniti da grande affetto, anche quando ci siamo trovati a competere in campi avversi. Sei stato un grande Campione, un Campione del Mondo in pista e fuori, un amico sincero, un uomo diretto e leale. Sono vicino con grande affetto ai tuoi figli e a tua moglie e invito tutti i nostri tifosi a rivolgere un ultimo grande applauso a te, indimenticabile Campione”.