Il giornalista e politico Paolo Bonaiuti è morto lo scorso 16 ottobre a Roma all’età di 79 anni dopo una lunga malattia. Il suo nome è legato in particolar modo a Silvio Berlusconi, essendo stato suo portavoce per lungo tempo e Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri durante tre esecutivi presieduti dal leader di Forza Italia.
Paolo Bonaiuti era nato a Firenze nel 1940 e, dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, cominciò la carriera di giornalista nel Giorno di Milano di cui dal 1975 è stato inviato speciale, prima per l’economia e la finanza, poi per gli avvenimenti di politica internazionale. Nel 1984 entra a far parte del Messaggero come inviato e come editorialista, seguendo da vicino grandi avvenimenti internazionali come i vertici del G7, la caduta del Muro di Berlino ed il Trattato di Maastricht, divenendo nel 1992 vicedirettore del quotidiano romano.
In questo periodo le posizioni politiche di Paolo Bonaiuti erano vicine al riformismo socialista e fu molto critico proprio nei confronti di Silvio Berlusconi all’epoca della sua entrata in politica, scrivendo un editoriale al vetriolo sulle dimissioni di Indro Montanelli da Il Giornale, intitolato Va in onda la liberaldemocrazia. All’epoca di questo articolo probabilmente non avrebbe mai pensato di diventare da lì a qualche anno uno dei più stretti collaboratori del Cavaliere.
Nei 18 anni accanto a Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti si distinse sempre per la sua pacatezza e la sua disponibilità. Uomo di cultura e grande conoscitore della lingua inglese, che insegnò dopo la sua laurea, ha sempre ricevuto elogi per il modo in cui svolgeva il suo lavoro.
Nel 2014 abbandonò Forza Italia per aderire al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, motivando così questa scelta: “E’ una decisione difficile, sofferta, ma motivata da divergenze politiche e da incomprensioni personali che si sono approfondite nell’ultimo anno” precisando che sarebbe rimasto nel «centrodestra per una ricomposizione delle forze in direzione riformista e moderata» e rivolgendo, a «Berlusconi un augurio dal cuore, con la sincerità e con l’affetto dei 18 anni di lavoro insieme».
Proprio Silvio Berlusconi lo ha voluto ricordare con queste parole: “Piango la scomparsa di un collaboratore particolarmente prezioso e soprattutto di un grande amico col quale ho condiviso un lungo percorso. Mi è mancato molto in questi ultimi anni e mi mancherà a maggior ragione ora che è scomparso prematuramente”.