Ama Funeral Service ricorda il regista Ermanno Olmi

Il regista Ermanno Olmi è morto il 5 maggio scorso all’ospedale di Asiago dove era stato ricoverato per l’aggravarsi della malattia contro cui lottava da lungo tempo. Aveva 86 anni e si è spento circondato dall’affetto della sua famiglia: la moglie Loredana ed i figli Andrea e Fabio. Con Ermanno Olmi scompare uno dei più importanti registi italiani degli ultimi 70 anni, autore di film bellissimi, creatore di un linguaggio personale e fuori da ogni schema. Raccontò le storie della gente comune, vicende di vita contadina, occupandosi anche dei grandi miti e di importanti figure della cristianità.
Ermanno Olmi nacque a Bergamo nel 1931 e si trasferì giovanissimo a Milano per seguire il lavoro del papà ferroviere che morì durante il secondo conflitto mondiale. Per seguire i corsi di recitazione dell’Accademia di Arte Drammatica entrò come fattorino presso la Edison-Volta, dove già lavorava la madre, occupandosi dell’organizzazione delle attività ricreative dei dipendenti e della documentazione delle produzioni industriali attraverso filmati. L’esperienza risultò fondamentale per la carriera di regista evidenziando le sue doti nel descrivere la condizione degli uomini in un ambiente di lavoro. Ed in effetti, per le caratteristiche nel raccontare i contesti lavorativi e le condizioni ambientali in cui vivono le persone umili spesso Ermanno Olmi fu accostato dalla critica a Pier Paolo Pasolini cui l’accomunò anche la loro capacità di essere stati operatori e montatori oltre che registi.  Il suo capolavoro fu L’albero degli zoccoli  (1978) in cui descrisse magistralmente la vita nelle campagne lombarde introducendo per la prima volta nel cinema l’uso del dialetto al posto della lingua italiana.
La malattia che lo colpì nel 1983, la sindrome di Guillain-Barrè, interruppe momentaneamente la sua attività che riprese nel 1987 con Lunga vita alla signora! che vinse un Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia e l’anno successivo con La leggenda del santo bevitore che si aggiudicò il Leone d’Oro, sempre alla kermesse nel capoluogo veneto. Nel 2001 Ermanno Olmi fu ancora protagonista con Il mestiere delle armi, pluripremiato film che, raccontando la morte del condottiero Giovanni de Medici, descrisse il passaggio all’utilizzo della polvere da sparo come spartiacque dell’inizio della guerra moderna. Nel 2008 Il Leone d’Oro alla carriera fu il giusto riconoscimento ad uno dei registi più creativi ed originali del nostro cinema.