Roberto Gervaso è morto a Milano lo scorso 2 giugno all’età di 82 anni a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Da vent’anni ormai lottava con un tumore alla prostata. Ci lascia uno dei più importanti giornalisti e scrittori italiani, divulgatore storico ed un attento osservatore dei costumi del nostro tempo. Le sue opere, i suoi pensieri e i suoi geniali aforismi ci hanno accompagnato per tanti anni, così come il suo papillon che portava sempre al posto della cravatta, come a sottolineare la sua natura di andare contro-corrente senza mai alzare la voce.
Roberto Gervaso era nato a Roma il 9 luglio del 1937 e trascorse la sua giovinezza con la famiglia a Torino laureandosi in Lettere, con una tesi sul filosofo Tommaso Campanella. Decisivo fu l’incontro con Indro Montanelli, che credette subito in lui e gli permise di iniziare la sua attività giornalistica al Corriere della Sera dove ottenne il trasferimento da Milano a Roma. I due, dal 1965 al 1970, scrivono insieme i primi sei volumi della monumentale Storia d’Italia, vincendo nel 1967 con L’Italia dei Comuni il Premio Bancarella, che Roberto Gervaso vinse di nuovo da solo con uno dei suoi generi letterari preferiti: le biografie storiche. Nella sua lunga attività, con quasi 60 libri pubblicati, troviamo i ritratti di grandi personaggi storici e contemporanei: da Nerone alla Monaca di Monza, passando per i Borgia e Cagliostro, che gli valse il secondo premio. Non solo biografie. Nella sua produzione troviamo una straordinaria saggistica storica e raccolte di aforismi, con Il grillo parlante, che fu uno dei suoi lavori più riusciti.
Anche la televisione si accorse di Roberto Gervaso. Esordì in Rai nel 1980 a Domenica in, partecipando successivamente a Buona Domenica su Canale 5. Come commentatore politico, a partire dal 1996 e ininterrottamente fino al 2006, ha condotto il programma Peste e Corna su Rete 4. Parallelamente continuò a collaborare con quotidiani e periodici, facendo l’opinionista, il commentatore politico e curando anche una rubrica di aforismi su Il Giornale ogni lunedì.
La sua vita privata fu segnata da alcuni periodi di depressione come racconta lui stesso nel libro Ho ucciso il cane nero uscito nel 2014. https://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/gervaso-nel-penultimo-libro-confessione-ho-sconfitto-depressione/
Tra i tanti messagi di cordoglio per la morte di Roberto Gervaso, il commosso ed elegante saluto di sua figlia Veronica, che ha voluto ricordare suo padre con un tweet: ” Sei stato il più grande, colto e ironico scrittore che abbia mai conosciuto. E io ho avuto la fortuna di essere tua figlia. Sono sicura che racconterai i tuoi splendidi aforismi anche lassù. Io ti porterò sempre con me”.